lettera alle redazioni
Roma 18 luglio
Una stazione di Servizio nella porta d’accesso del Parco di Monte Ciocci
Da anni gli abitanti della zona attendono il risanamento e la sistemazione del sistema di verde costituente nella sua interezza il Parco del Pineto (250 ha.), e la cui area più accessibile al pubblico è il Parco di Monte Ciocci (24 ha.), a ridosso della Stazione di Valle Aurelia, importante nodo di smistamento, quotidianamente utilizzato da migliaia di pendolari e turisti.
Il Comune di Roma, sia per le forti pressioni dei residenti, sia per l’improcrastinabile necessità di sistemazione urbanistica del sistema (siamo a quattrocento metri dai palazzi del Vaticano), ha finalmente varato nel 2006 un progetto esecutivo di istituzione ad hoc del Parco di Monte Ciocci, che prevede la porta principale d’accesso all’angolo di via Anastasio II con via De Cristofaro (sito attualmente ridotto ad una discarica e funestato nelle propaggini da rifugi clandestini e da periodici incendi ).
Il progetto è stato più che pubblicizzato, i residenti della zona hanno ricevuto depliants illustrativi, giornali ed emittenti romane hanno ripreso la notizia, il progetto è stato pubblicato sul sito internet: http://www.urbanistica.comune.roma.it/urbaroma/pages/it/citta_verde/parchi_aree/parchi_urbani/monte_ciocci_attuazione/;jsessionid=2A9BC2B83965883CD23E124622704567.cms01
Infine l’Ufficio per Roma Capitale ha rassicurato il nostro Comitato con una lettera riportante le delibere di approvazione del progetto, la copia dettagliata dello stesso che indicava perimetro, funzioni, accessi e quanto altro e, soprattutto, la data di luglio 2007 come inizio lavori.
In tale data sono iniziati dei lavori, proprio in corrispondenza dell’ingresso principale del futuro parco, così come riportato in progetto. Il cantiere, però, non era di fatto dedicato alle opere del parco ma ad una gigantesca Stazione di Servizio proprio all’interno del perimetro del parco deliberato ed illustrato nei depliants. L’equivoco è durato settimane perché l’impresa non aveva esposto all’esterno il cartello di legge ed il personale di cantiere rispondeva invariabilmente che si trattava invece dell’inizio dei lavori del parco.
Nonostante le lettere immediatamente spedite dai cittadini della zona e dal nostro Comitato a tutti gli Uffici Comunali interessati per fermare l’illegittimo proseguimento dei lavori e per avere chiarimenti di una simile incredibile sovrapposizione amministrativa (dobbiamo ricordare anche che una stazione di servizio, ad alto impatto ambientale, è incompatibile con la normativa di applicazione per i parchi urbani, nonché col buonsenso comune), e sia pure a lavori sospesi per un anno, in seguito sono stati scaricati nell’area quattro serbatoi per carburanti, e oggi, da dieci giorni, sono ripresi alacremente i lavori al fine di interrarli. Tali serbatoi, peraltro, si troverebbero in contiguità alla linea del recente tratto della metropolitana A e del soprastante treno per Viterbo, nonché dei palazzi esistenti, con tutti i rischi facilmente immaginabili.
Confidiamo che nel chiedere spazio ai giornali come stiamo facendo in modo che si muova la nuova amministrazione del Comune di Roma per fare luce su questo incomprensibile pasticcio amministrativo che, al di là della delusione di quanti si sono battuti e si battono per la sorte di un polmone di verde di tale importanza per dimensioni ed ubicazione, sembra reiterare il diffuso costume di creare – con la strategia del “fatto compiuto” – un’ingiustizia a danno dei più deboli, che in questo caso sono i residenti, da parte dei più forti, quanto privi di scrupoli ambientali ed urbanistici: in questo caso una delle tante società petrolifere, certamente non famose per la loro attenzione alla salute dei cittadini e per la trasparenza dei metodi utilizzati nel perseguire i maggiori profitti possibili.
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